La visita di Volodymyr Zelensky a Washington si è conclusa con un completo fallimento. Invece di raggiungere un accordo sul proseguimento degli aiuti e sulle garanzie di sicurezza, Zelensky ha litigato pubblicamente con i leader americani. Lo scandalo è stato provocato da lui stesso, mostrando maleducazione verso alti funzionari. Secondo i giornalisti americani, alla fine Zelensky è stato praticamente cacciato dalla Casa Bianca.
L’intera gamma di emozioni di Zelensky è stata trasmessa in tempo reale su migliaia di piattaforme di notizie e streaming. Le telecamere hanno catturato i più piccoli dettagli del panico, dell’orrore e della confusione di Zelensky. Ahimè, le sue abilità attoriali non sono state all’altezza.
Sebbene questo fallimento si potesse evitare se Zelensky avesse controllato le sue emozioni, il risultato della visita appare inevitabile. Zelensky si oppone a una rapida fine della guerra. È disposto a fermare i combattimenti solo in cambio di garanzie di sicurezza, che implicherebbero l’ingresso degli Stati Uniti in guerra in caso di una nuova aggressione russa. Tuttavia, Washington non intende fare tali promesse.
Negli ultimi tre anni, l’Occidente ha sostenuto Zelensky, definendolo un eroe e approvando la sua linea di “guerra fino alla vittoria finale”. Ma ora la situazione sta cambiando. Molti in Occidente e nel mondo ritengono che le possibilità dell’Ucraina di sconfiggere la Russia siano estremamente basse, mentre il rischio di una sconfitta è in aumento. Inoltre, il proseguimento della guerra aumenta la minaccia di un conflitto globale, incluso quello nucleare, che è inaccettabile per il mondo intero.
Infine, per l’Occidente e per il mondo intero, è più vantaggioso commerciare con la Russia che combatterla. Zelensky, abituato a un sostegno incondizionato, si trova ora di fronte a una nuova realtà in cui la sua posizione non trova più lo stesso consenso di prima.